FRITTELLE DI SAN GIUSEPPE

frittelle di san giuseppe

Ingredienti:
Per il riso cotto:
– 350 g di riso tipo originario
– 1 lt di latte
– scorza di limone q.b. (*)
– 1 pizzico abbondante di sale
Per l’impasto finale: (da aggiungere al riso cotto):
– 3 uova (tuorli e albumi divisi)
– 1 noce di burro ammorbidito
– 1 arancia (succo)
– 1 cucchiaio raso di zucchero semolato
– lievito per dolci (½ cucchiaino)
– 2 cucchiai rasi di farina
Servono inoltre:
– olio per friggere
– zucchero q.b.

(*) Secondo il proprio gusto,
si possono anche mettere scorza d’arancia
(dato che comunque successivamente
servirà il succo del frutto)
e vaniglia (vanno bene anche
delle bacche esauste, se se ne hanno).
Le scorze possono essere messe intere
(da togliere dopo cottura) o grattugiate.

Preparazione:
Mettere in una pentola il riso
insieme al latte,
la scorza di limone, il sale
e portare a cottura a fuoco bassissimo,
rimescolando di tanto in tanto,
fino a quando il riso
non avrà assorbito tutto il liquido,
diventando una sorta di pappa
(dovrebbero volerci tra i 30 e i 40’).
Lasciar quindi riposare il riso
8 / 10 ore o una notte.
Qualora dopo il riposo
il pastone di riso assuma risulti
eccessivamente compatti,
aiutarsi con un un mestolo
o con le mani per scompattarlo un po’
e poter quindi aggiungere i 3 tuorli,
1 noce di burro, il succo dell’arancia, lo zucchero
(l’impasto dev’essere appena dolce,
perché poi verranno ulteriormente ripassate
nello zucchero dopo cottura).
Amalgamare bene il tutto
e aggiungere infine i 3 albumi
montati a neve, il lievito e la farina.
Porzionare l’impasto
con l’aiuto di un cucchiaino
(la grandezza di riferimento
dev’essere più o meno quella di una noce)
e friggere in olio ben caldo.
Scolarle, ripassarle nello zucchero e servire.

In Toscana si fanno tipicamente a San Giuseppe,
per la festa del papà….Anzi, del “babbo”.

La ricetta è quella di mia madre,
che era quella di mia nonna,
che era quella della mia bisnonna,
fino ad arrivare a non so quale mia ava:

quindi era tutto a occhio,
cucchiai, punte di cucchiaino
e altre unità di misura
non meglio classificate o definite.

So che qualcuno aggiunge anche del liquore,
ma mia madre non lo ha mai messo.

Sono buone anche fredde.
Ma, come ogni fritto, sono meglio mangiate calde
(non da ustionarsi) o tiepide.

O almeno finché lo zucchero esterno rimane croccante.

Come sempre ringraziamo
chi ci invia le proprie ricette,
che arricchiscono questo “ricettario”:
Grazie dunque a Laura !

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